Estinzione e rinascita sembrano polarità contrapposte. L’una conduce alla fine, l’altra all’inizio. In Sicilia può accadere che da questi opposti si sviluppi un progetto che è famiglia, impresa, modello di sviluppo. Questa è la storia di Valeria e Peppe, ostinati come le capre girgentane.

Una specie fragile, fino a qualche anno fa, ridotta a pochissime unità sparse per la Sicilia. Ma orgogliose ed intelligenti, le capre girgentane mantengono un fascino e una bellezza che è il loro tratto caratterizzante. “Sono proprio belle – ci racconta Valeria Casuccio – non solo per le corna attorcigliate o la barbetta curata ma è il loro portamento a renderle speciali”. È quasi assorta, e nel raccontare la sua storia si perde nei singoli dettagli per provare a descrivere la straordinarietà di questi animali. La incontriamo, insieme al marito, Peppe Scozzari, nella “Piccola Latteria Artigianale Casusko”, il  laboratorio di trasformazione che hanno aperto a Joppolo Giancaxio a pochi chilometri dalle stalle e l’allevamento di Contrada Pietrarossa a Raffadali (Ag).

Una storia d’amore, declinato a più livelli possibile che si fa progetto di vita. Come tanti ragazzi siciliani, studiano fuori: lei a Siena e lui a Bologna.

Si conoscono da piccoli ma si incontrano dopo molti anni ad Agrigento. Si ritrovano, si mettono insieme. Nell’incertezza di prospettive, l’idea è quella di tornare al nord. “Dopo esserci stata per tanti anni – spiega Valeria – cominci a rimpiangere la qualità della vita, i servizi, le prospettive di lavoro cosi dopo la nascita del nostro primo figlio pensavamo di tornare su”. Peppe doveva definire la gestione di un locale e poi si sarebbero trasferiti. Ma la storia è andata molto diversamente.

“Tutto è cominciato con qualche capretta che abbiamo portato nel terreno vicino la casetta in campagna che mio suocero aveva costruito per andarci dopo la pensione. Nessuno di noi – ride Valeria – poteva pensare che sarebbe stato il primo passo per la nostra azienda”.

Ben presto Valeria e Peppe si rendono conto che le capre della casa di campagna non possono essere un  passatempo. “Capimmo subito che erano molto impegnative – racconta Peppe – non a caso molti allevatori ne tengono una o due nel proprio gregge”.

L’impegno ben presto si trasforma in lavoro. “È difficile ricordare quando siamo passati ad una dimensione professionale: è stato un crescendo”. Valeria ci racconta da una parte della relazione straordinaria con le capre girgentane “ciascuna con un suo carattere e una sua personalità” dall’altra il lavoro di ricerca e di studio avviato soprattutto insieme con gli altri allevatori siciliani “siamo una quindicina e siamo molto uniti”.

I tempi del lavoro e di vita della famiglia di Valeria e Peppe sono intimamente legati. “Per forza di cose ci siamo dovuti organizzare. Peppe si alza prima, munge le capre e le uscire le capre dalla stalla. Io sveglio i bambini, li porto a scuola e poi vado in laboratorio per la trasformazione”. Valeria con disarmante semplicità ci descrive la loro giornata tipo. Non c’è ombra di fatica nei suoi occhi ma la soddisfazione di chi sta costruendo, quotidianamente, gli obiettivi che si è dato. “Abbiamo 120 caprette, vorremmo arrivare a 150, non oltre perché – ci spiegano – la qualità di un allevamento di capre girgentane sta nella cura di ogni singolo animale, per salvaguardarne genuinità”.

Assaggiando qualche formaggio, gustiamo tutta la passione del lavoro di Valeria e Peppe. Il latte di capra è il più simile a quello umano, altamente digeribile e con qualità nutritive più che significative. Nei prodotti della Casusko, cosi si chiama l’azienda che racchiude i due cognomi, però si assapora la bellezza e l’orgoglio delle girgentane e l’amore che ci mettono Valeria e Peppe.

Nel frattempo oltre al gregge è cresciuta anche la famiglia e non a caso il più piccolo di casa Scozzari-Casuccio si chiama Remì.