C’è un’isola più isola, li dove, persino, la Sicilia si fa continente. Un’isola dove gli elementi primordiali si incontrano in maniera straordinaria. A Stromboli l’essere umano si riscopre tale di fronte alla meraviglia della natura. Alessandro Genitori e Elis Karakaci l’hanno raccontata quell’isola e quell’umanità nel documentario “Stromboli – Terra e Fuoco tra Mare e Vento”.

Reduci dal documentario storico “Storia di 1 tram” che racconta il decennio torinese prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, Elis e Alessandro hanno scelto di cambiare completamente. “Sentivamo il bisogno di entrare in contatto con temi più legati alla natura – ci spiega Genitori – il mio amore per la Sicilia, e per Stromboli in particolare, mi ha quasi costretto a ripartire la da lì”.

Alessandro Genitori durante un’intervista

Un mese circa di riprese, quasi in apnea. “Mi svegliavo la mattina alle cinque e mezza e cominciavo a riprendere, a volte dimenticavo anche di mangiare”. Nell’anteprima nazionale del documentario, svolta all’Auditorium Fasola di Messina (promossa da  Messina Film Commission, in collaborazione con Cinemage, Radiostreet, Corto di Sera, Libreria Ciofalo e Cinema Apollo) Alessandro Genitori racconta di quando una ragazza dell’isola vedendolo disteso, da qualche ora, a riprendere il frusciare delle foglie gli portò qualcosa per pranzo.

“Dopo qualche giorno di ‘sospetto” gli abitanti di Stromboli ci hanno praticamente adottato: hanno compreso il nostro rispetto verso di loro, verso l’isola e verso il vulcano”. Hanno capito bene gli stromboliani. Più che un’invasione quella di Elis e Alessandro è stata una immersione, nei tempi e nei ritmi di un ambiente che accoglie e rapisce.

Elis Karakaci

Non è un caso che le meravigliose immagini dell’isola si sovrappongano nel documentario alle facce e alle storie di chi, spesso provenendo da lontano, ha deciso di fermarsi a Stromboli, per tutta la vita, per una parte di essa o per viverci periodi più o meno lunghi.

Più che un documentario naturalistico “Stromboli – Terra e Fuoco tra Mare e Vento” diventa con il passare dei minuti una narrazione intima di vite e persone. La necessità di stabilità interiore, il contatto profondo con se stessi, il sentirsi elemento umano in un universo di forze naturali trovano a Stromboli l’esito di una ricerca, impossibile da completare altrove. Il cimentarsi quotidiano, ed inesorabile, con gli elementi che in tutte le teorie mitiche sull’universo sono all’origine della civiltà sembra – a sentire le interviste – costringere l’umano emergere dal caos dell’esistenza in perfetto equilibrio.

Terra e fuoco sono la peculiarità di un’isola vulcanica come Stromboli. Ma nel documentario sono lo strumento di connessione con l’anima del globo terrestre, collegamento profondo con le viscere del pianeta. Un vulcano vivo e vitale che parla continuamente, con una voce quasi ipnotica. Una montagna da rispettare che sovrasta le vite degli isolani.

Acqua e aria, a Stromboli, diventano mare e vento. Confine blu cobalto che cambia colore in relazione ai comportamenti del vulcano e spirare incessante che scompiglia capelli e foglie.

Il rapporto profondo con questi elementi ha segnato la vita degli isolani. Una vita precaria, messa a repentaglio dal potenziale distruttivo, ma allo stesso tempo una vita piena, stabile. La paura verso il vulcano si fa rispetto, comprensione della ineluttabilità delle dinamiche naturali e quindi raggiungimento di un vero e proprio ordine interiore, scandito dai ritmi del tempo, segnati non dall’orologio ma del cammino del sole all’orizzonte.

Nelle vite degli intervistati, attività ed esperienze, come tratti di colore su una tela, disegnano la Stromboli amata dai registi. La pesca, l’escursionismo, l’arte, il “Teatro Ecologico” e la “Festa del Fuoco”.  L’alternarsi delle cose che si fanno e delle cose che si sentono evitano al documentario sia una deriva filosofeggiante sia uno scivolamento meramente promozionale dell’isola.

E quando alla fine, Alessandro Fabrizi, ideatore della Festa del Teatro Ecologico, afferma con una strabiliante semplicità “Qui oltre al senso della vita, ho compreso il senso della morte, in una condizione che impossibile raggiungere in città”, si comprende che “Stromboli – Terra e Fuoco tra Mare e Vento” non racconta solo un’isola.

 

[Ringraziamo per la concessione delle foto e il video di questo articolo Alessandro Genitori, Elis Karakaci e Cinemage]