di Fabio Mencarelli

In questo clima di imbarbarimento civile che stiamo respirando tutti i giorni e per il quale talvolta mi vergogno di essere pisano, dopo l’esito delle ultime elezioni, vorrei portare all’attenzione degli altri lettori un’iniziativa del Comune dove risiedo: Calci, in provincia di Pisa.

Lo scorso giugno, il sindaco ha inviato una lettera a tutte le famiglie che nel loro nucleo avevano dei figli minorenni per invitare questi ultimi a partecipare ai campi di Libera ( la rete di associazioni antimafia) a spese del Comune, per quanto riguarda iscrizione al campo e viaggio. Il contributo, vista la sempre critica situazione delle casse comunali, sarebbe stato dato ai primi quattro che avessero risposto all’iniziativa.

Ebbene, hanno aderito proprio quattro famiglie. Mi aspettavo certamente una risposta più entusiasta, ma tale iniziativa, frutto di una giunta di sinistra, dovrebbe essere amplificata in un momento così critico ( ed è per questo che ho deciso di scrivere la lettera) per coloro che hanno principi civili basati sulla solidarietà, sulla partecipazione, sulla giustizia, sull’uguaglianza, la non violenza o, per dirla con Bobbio, la mitezza. Mia figlia di 17 anni è tornata dal campo di Libera a Partinico, dove ha trovato i responsabili di una qualità umana incredibile, cresciuta intellettualmente e umanamente, una cittadina. Io che sono un docente universitario e mi trovo davanti al secondo anno dei giovani poco più grandi di lei, mi sono stupito della differenza che questa semplice esperienza ha potuto creare. Partinico, dove ultimamente due ragazzi di colore sono stati picchiati.

Il responsabile del campo di Libera conosceva questi ragazzi, perché aveva partecipato alla loro accoglienza, e quando mia figlia l’ha saputo si è messa a piangere per l’emozione, avendo conosciuto il contesto. Abbiamo bisogno di tante iniziative come questa e dobbiamo scendere in piazza per riaffermare i nostri valori. Non ci devono essere bandiere, non ci devono essere identità ( come scrive Mark Lilla nel suo libro ” L’identità non è di sinistra”). Ci devono invece essere cittadini che rifiutano l’imbarbarimento verbale e fattuale a cui stiamo assistendo e per cui spesso verrebbe voglia di fuggire.

(Articolo apparso su “la Repubblica” il 02/09/2018)

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