“Incoscienti? Lo saremmo stati se ci fossimo accontentati”. Seguendo il filo dei ricordi Gianluca si ferma su uno dei passaggi decisivi. È dicembre 2015 quando l’azienda presso cui collaborava gli offre un contratto a tempo indeterminato. “In quel momento -spiega Laura- abbiamo capito che l’Emilia non era la terra dove mettere radici”.

Gianluca Montante e Laura Simoni adesso vivono a Cianciana, un paese di tremila anime nell’entroterra profondo della Sicilia, in provincia di Agrigento. Hanno iniziato a fare gli “agricoltori accoglienti”, una definizione che prova a contenere il senso di un progetto che è, in primo luogo, una scelta di vita.

Gianluca è un siciliano, vissuto a Palermo fino al diploma. Poi, come tanti, la scelta di studiare fuori: scienze della comunicazione a Bologna. Nella città delle due torri studia anche Laura, ferrarese: antropologia e filosofia. Dopo la laurea cominciano le prime esperienze lavorative. Gianluca si occupa di comunicazione prima per una agenzia e quindi per la cooperativa  Alimos nel campo dei servizi alle imprese agroalimentari e della promozione di nuovi stili di vita. Laura collabora con Legambiente Emilia Romagna nella realizzazione di progetti di educazioneambientale, nelle scuole soprattutto.

Da tempo frequentavano lo stesso gruppo di amici, ma nel 2014 si mettono insieme. “Le chiacchierate sulla valorizzazione territoriale, che erano il nostro comune ambito lavorativo diventano sempre più intese” racconta Gianluca. “Cominciamo a parlare di terra, di radici, di futuro – ricorda Laura – avevamo la netta sensazione che le scelte di vita e quelle professionali non potessero camminare su binari separati”.

Nell’ottobre 2015 per la prima volta sono insieme a Cianciana. La famiglia di Gianluca Montante possiede una casa e un terreno in questo piccolo centro nel cuore della provincia di Agrigento. “Negli ultimi diciassette anni ci sarò stato una decina di volte a Cianciana”. Per Gianluca quella casa e gli ulivi e il mandorleto appartenevano all’ambito dei ricordi. “I pranzi con i nonni, gli zii, gli alberi erano frammenti del passato legati soprattutto a quando ero bambino”.

La presenza di Laura, però, sembra creare una vera e propria magia. “Per me ‘donna di pianura’ quelli che mi si presentavano di fronte erano paesaggi inediti, inattesi”. “Attraverso gli occhi di Laura – la interrompe Gianluca – sono riuscito ad andare oltre i ricordi, sono riuscito a ri-vedere, a vedere in maniera nuova quei luoghi per me familiari”. È in quei giorni che prende forma l’idea, il sogno di trasferirsi, riprendere le colture e trasformare la casa in uno spazio di vita e di accoglienza.

Dopo qualche mese dal rientro a Bologna, quando arriva l’offerta di lavoro a tempo indeterminato, per Laura e Gianluca si materializza la necessità di compiere una scelta decisiva. “Sarebbe stato da incoscienti avere un rimpianto cosi grande”. Spiega cosi, con una semplicità disarmante, la scelta che li ha portati a lasciare Bologna, trasferirsi a Cianciana.

Il progetto di Laura e Gianluca prevede la ripresa e la messa a produzione dell’uliveto e del mandorleto ma non vuole fermarsi ad essere unicamente una azienda agricola. La casa dei nonni è stata immaginata come luogo della loro vita quotidiana e spazio di accoglienza “naturale” per viaggiatori.

“Avevamo la cognizione che fosse una sfida e temevamo di poterci sentire un po’ soli nella costruzione di un progetto così grande, abbiamo, invece – argomenta Laura – trovato un territorio pronto, terreno fertile”. A partire dalla signora dell’emporio del paese, alle tante esperienze che stanno sperimentando il ritorno alla terra, i due agricoltori accoglienti hanno “scoperto in giro per l’agrigentino e per la Sicilia un gruppo vorticoso di persone, che lavorano nella nostra direzione, che trasmette energia positiva e che ci da la forza di relazioni profonde. Mi sembra di essere nella fase dell’innamoramento – si scioglie Gianluca – c’è il gusto dell’ignoto di tante novità, un sapore buono però”.